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Se tu fossi una ricetta: una, nessuna e centomila

marzo 1, 2011

Appena ho letto il titolo del contest di Juls (sponsorizzato da macchine alimentari), non ne ho potuto fare a meno, mi è subito venuta in mente Raffaella Carrà! Nemmeno ricordo più che programma presentasse all’epoca, ricordo solo lei su un divano bianchissimo, mi sembra, e il gioco del se fosse. Quindi ora, ogni volta che vedo il banner del suo contest il mio cervello, senza neanche chiedermi il permesso, lo collega direttamente al file “immagine di Raffaella Carrà seduta su un divano bianco” :)))! E ora che ve l’ho detto, scommetto che alcuni di voi non riusciranno più a schivare quest’immagine :))…
Ma a parte la questione Raffaella Carrà, il titolo di questo contest è stato piuttosto evocativo i molti sensi. Innanzitutto il naso di Vitangelo Moscarda (no, no, non preoccupatevi, non c’era verso che mi ricordassi il nome del protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, l’ho dovuto googolare, considerando che dimentico di tutto, senza google potrebbero togliermi anche la licenza elementare!) e di conseguenza non ho potuto evitare la temporanea crisi d’itentità Pirandelliana: ma dunque se dovessi scegliere un piatto che mi assomigli, dovrei descrivermi secondo il mio modo di vedermi, secondo l’idea che mia madre ha di me, secondo l’immagine della mia ex-compagna di casa, affidandomi alle opinioni che so di mia cugina, secondo le valutazioni dei miei ex-capi (uno dei quali, a dirvela tutta, strangolerei volentieri in questi giorni, ma oddio certe cose meglio non dirle pubblicamente, giusto? Beh tanto non ho mica detto quale!!) oppure secondo i ricordi che suscito nei miei compagni delle scuole elementari (che tra l’altro hanno appena creato un gruppo su facebook, quasi quasi vado a chiedergli a che piatto mi assocerebbero)?

Nel senso che se io scegliessi ad esempio una sontuosa torta a 3 strati con 4 creme diverse, copertura di due tipi, decorazioni plurime e inserti a punto croce, per rappresentare l’estrema complessità delle mie personalità multiple (è solo un esempio, non vi sto confessando di avere delle personalità multiple, anche se non posso riportarvi dei pareri prettamente scientifici sulla questione) magari invece il mio ex-capo (tanto per dirne uno), leggendo il post (si si, come no!) potrebbe dire: cheeee? Ma perchè s’è presa tutto questo disturbo, bastava che pigliasse una zucca di Halloween, la svuotasse e avrebbe avuto il suo ritratto perfetto (beh, si lo ammetto, vedendo il nome del blog, è in effetti una cosa che ho preso in considerazione)!! E quindi dopo una serie (piuttosto lunga) di simili pensieri, mi si è resa definitivamente palese la mia incapacità di associarmi a un qualunque piatto! Mica cosa da poco per una che si è aperta da poco un food blog, anzi direi una mancanza gravissima!!! Una di quelle rivelazioni che potrebbero portare a una profonda rivalutazione, a una destabilizzazione identitario-culinaria e a una prematura chiusura di un blog ormai privo di madre!!! E invece siccome qui non siamo in tragedolandia, noi ce ne siamo fregati di certe questioni (ex-capi inclusi) e l’abbiamo vista solo come un parto travagliatissimo (oddio sto usando il plurale, gran brutto segno), semplicemente una genesi un po’ difficoltosa. E quindi dopo aver scartato la possibilità di includere un piatto che facesse parte della mia storia personale, legato ai miei ricordi familiari, perchè più evocativo che descrittivo, ho deciso che la ricetta avrebbe dovuto essere qualcosa in grado di descrivere il miei gusti culinari, qualcosa che mi piacesse molto o che includesse ingredienti che amo, non necessariamente il mio piatto preferito, perché in realtà non ne ho uno solo (neanche soltanto 50 se è per questo), ma ho più che altro una serie di ingredienti che mi fanno impazzire e che mi portano spesso a prediligere i piatti che li includono o a trovare sempre nuovi modi per combinarli tra loro. Direte voi, si ma così viene fuori un guazzabuglio! Abbiate fiducia, cercherò di metterli insieme in maniera sensata! Credo che questo, anche se non mi descrive in maniera figurativa, vi renda invece una chiara idea di quali sono le mie preferenze alimentari, e tutto sommato i gusti in fatto di cibo di una persona, sono o non sono un modo per capire tanto di quella persona??
E quindi quali sono questi ingredienti? Beh, non sono pochi, e qui ho dovuto fare una severissima selezione, ma ho pensato di presentarvi qui solo i più importanti, quelli che ho scelto per rappresentarmi in questa ricetta, gli altri li potrete scoprire pian piano continuando a leggere le pagine di questo blog. Come avrete già indovinato da voi, amo molto la zucca (ma va??) e poi i pistacchi, le mandorle (particolarmente il latte di mandorla, embè sono pur sempre cresciuta in salento no?), il cacao amaro, la ricotta (tutti i formaggi in generale, e in particolare quelli di capra e di pecora), e i fichi (no però niente fichi, che non è stagione). Inizia già a venirvi in mente qualcosa che si potrebbe preparare con questi ingredienti? A me si, fin troppo, (la cucina siciliana vi dice niente :))?). La prima decisione comunque ha riguardato la dicotomia principale, un piatto dolce o salato? E qui devo confessarvi una mia grande debolezza, posso anche limitarmi nell’assunzione di calorie salate, ma per rinunciare al dolce deve proprio essermi successo qualcosa di molto grave….e quindi vada per un dessert!
Detto tutto ciò, allora qual’è il piatto che ho scelto per rappresentarmi in queste olimpiadi dell’identità?? Beh, il problema di dover mettere insieme più ingredienti mi ha portato alla fine a propendere proprio per una torta multistrato e pluripersonaltà (alla faccia del mio ex-capo, non s’è capito che oggi ce l’ho un po’ con lui, no??), in cui comunque le identità di ciascun livello si mantengano separate ma i sapori si sposino armoniosamente.
Si tratta di una torta con ricotta profumata al latte di mandorla, mousse di zucca e ganache di cioccolato bianco al pistacchio, con una base di pasta biscuit alle mandorle, una specie di variazione sulla torta amalfitana, che amo moltissimo. Il dolce che inconsciamente ho sempre desiderato assaggiare ma che non ho mai trovato nel menù di nessun ristorante o in nessuna pasticceria da me visitata (ma naturalmente la mia esperienza è piuttosto limitata)!

La torta amalfitana multistrato e pluripersonalità

per la pasta biscuit (tratta dal blog brodo di giuggiole)
farina 00 75g
farina di mandorle 10g (macinate le mandorle e setacciatele)
cacao amaro 15g
uova 3
zucchero 100g
burro fuso 50g

per la farcia alla ricotta profumata con latte di mandorla
ricotta di pecora 250g
panna fresca 150g
latte di mandorla (del Maglio) 3 cucchiai

per la ganache di pistacchio al cioccolato bianco
pistacchio di Bronte 100g (grazie allo zio-acquisito Turi per i pistacchi)
cioccolato bianco 100g
panna fresca 70g

per la mousse di zucca
zucca 400g
uova 2
latte di mandorla 3 cucchiai
zucchero 20g
panna fresca 100g
fogli di gelatina 2

Certe volte avrei voglia che le ricette si scrivessero da sole, come per magia, c’è già un app del genere sull’iphone??…vabbè lasciamo perdere, dunque:
Iniziate a preparare la pasta biscuit montando le uova intere e lo zucchero con lo sbattitore elettrico, per circ 10 min, fino a quando non otterrete una consistenza molto spumosa. Setacciate poi le farine e il cacao e unite delicatamente al composto di uova, in ultimo unite il burro liquefatto e freddo. Distribuite il composto sul fondo di due tortiere da 24cm con cerniera, precedentemente imburrate (se non ne avete 2 utilizzate semplicemente 2 volte la stessa) e cuocete entrambe a 200°C per 10 min. Lasciate raffreddare.

Intanto preparate la farcia di ricotta. Lavorate con una spatola la ricotta fino a renderla omogenea, unite il latte di mandorla, montate la panna fresca e incorporate delicatamente, distribuite su una delle due basi di pasta biscuit senza aprire la cerniera e mettete in frigo a raffreddare.

Preparate adesso la ganache di pistacchio. Fate bollire i pistacchi per un paio di minuti in modo da facilitarvi la rimozione della pellicina. Una volta spellati, tritateli e schiacciateli in un mortaio, unite la panna fresca e scaldateli in un pentolino senza farli bruciare. Una volta che la pasta di pistacchio sarà ben calda, distribuite sulla cioccolata bianca precedentemente spezzettata, mescolate brevemente e aspettate qualche minuto che la cioccolata si sciolga. Mescolate vigorosamente fino ad amalgamare il pistacchio e il cioccolato bianco. Lasciate raffreddare e distribuite sulla farcia di ricotta, (vi verrà uno strato molto sottile, beh d’altronde con quello che costano i pistacchi di Bronte non penso lo vogliate fare alto 4cm!!).

Per la mousse di zucca: sbucciate 400g di zucca, tagliatela a pezzi e mettetela su della carta da forno in una teglia a 200°C per 25-30 min, o fino a quando sarà tenera. Lasciate raffreddare, frullate col blender a immersione e profumate con il latte di mandorla. Scaldate 2 cucchiai di questo composto in un pentolino e sciogleitevi la gelatina precedentemente ammollata, unite al resto della zucca. Montate separatamente i rossi con lo zucchero e i bianchi a neve, amalgamate la zucca ai rossi, incorporate la panna montata e infine aggiungete delicatamente i bianchi montati a neve. Distribuite sul pistacchio e lasciate indurire in frigo per almeno un paio d’ore. A questo punto, con un coltello, girate tutto intorno ai bordi dello stampo, per staccare i vari strati, aprite lo stampo, applicate l’altro disco di pasta biscuit e spolverate con abbondante zucchero a velo.

Che dire, mi è piaciuta tantissimo! Il pistacchio è forse il gusto più intenso ma si associa molto bene alla delicatezza delle due mousse e al cacao non eccessivamente forte del biscuit, quindi tutto sommato una torta poliedrica ma molto equilibrata. Devo dire che l’associazione del pistacchio con il cioccolato bianco è perfetta. Avevo letto da qualche parte che per permettere al pistacchio di sprigionare tutto il suo aroma, va associato ad una materia grassa che ne assorba il profumo e lo aiuti a rilasciarlo e la cioccolata bianca, che in se per sé a me non piace molto, in questo caso, con tutto il suo burro mi pare proprio la sposa perfetta del pistacchio!! Insomma credo di aver sviluppato un’adorazione per la ganache di pistacchio al cioccolato bianco! In effetti questo blog si sarebbe benissimo potuto chiamare: “Tutti pazzi per il pistacchio”, ma vabbè povero pistacchio, ha dovuto dare la precedenza alla signora zucca!!
E quindi, dopo aver letto la descrizione della mia torta ideale ditemelo voi cosa si capisce della mia personalità da questa ricetta!

From → dolci, torte

14 commenti
  1. ora che ci penso…sembra proprio un panino farcito questa torta!!! :)))

  2. sono senza parole! questa non è una ricetta, non è un post.. è una seduta di autoanalisi!! grazie davvero, hai perfettamente colto lo spirito del mio contest!! :)

  3. valeria permalink

    Dariuccia…che domande? per me tu sei una crèpe nutella e panna!!!

  4. emilia permalink

    Per me sei una mousse ai tre cioccolati (al latte, bianco e fondente), di quelle dolcissime che si sciolgono in bocca, come il tuo modo di fare sempre morbido e mai spigoloso :-)

  5. Antonio C. permalink

    Ricetta meravigliosa che farebbe toccare il cielo con un dito chiunque potesse godere di questo dolce..ad ogni cibo che si rispetti bisogna,si deve,abbinare un vino che ne esalti le caratteristiche senza,pero’,rovinarne i sapori,le sfumature e i rpofumi dando ad esso stesso il giusto plauso.Ora,chiunque,credo,ad un dolce del genere abbinerebbe un semplice moscato o un passito..a me piace pensare che questo lo facciano “i comuni mortali” che pensano a divorare qualsiasi cosa gli passi tra le mani senza godere del momento.Noi vogliamo di piu’…ho pensato e ripensato cosa abbinare a questo dessert ma,soprattutto,cosa potesse assomigliare di piu’ a te e,ovviamente,ho pensato alle nobili terre francesi.Quando si parla di Francia io non posso non parlare del Sauvignon Blanc vino gradevole e “intrigante” della zona del Bordeaux(piu’ precisamente nella Valle della Loira ),terra che da natali ad uno dei vini rossi piu’ pregiati del mondo il Bordeaux per l’appunto(ma di questo ne parlarememo piu’ in la’).Gli aromi del Sauvignon Blanc sono composti da affascinanti note di frutta, spesso simili a frutti tropicali, come litchi, ananas e frutto della passione(cosi’ dicono…sia chiaro che io questi aromi non so dove andarli a riconoscere,non ci riuscirei nemmeno sotto tortura semplicemente perchè chi riesce a distinguere tutto questo è uno specialista con delle doti immani e al mondo sono veramentre in pochi e io ne sono assolutamente sprovvisto..quello che,invece,è “facilmente” riconoscibile è questo bouquet di profumi incredibili e aromi floreali).La principale caratteristica gustativa del Sauvignon Blanc è certamente la sua acidità piccante.La piacevolezza gustativa , e certamente anche aromatica , del Sauvignon Blanc è apprezzabile soprattutto durante la sua giovinezza, quando gli aromi, e quindi il gusto, conservano la freschezza di frutta e fiori con una piacevole freschezza..il colore risulta giallo-verdastro…non consiglio,in casi del genere,di consumare un’annata piu’ vecchia,appesantirebbe il gusto all’abbinamento coprendo cosi’ i particolari rilasciati dai frutti e dai pistacchi del dolce..anche se il suo invecchiamento in botte ne da una corpo ancora piu’ deciso e un colore giallo paglierino vivo..ma noi siamo,in questo caso,per la “versione giovane”.Le zone di riferimento per la produzione e vinificazione di questo vino in Italia sono l’Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia.Credo di aver detto tutto e,forse,anche troppo..quindi cara la mia Daria io ti penso gradevole e intrigante poprio come il nostro Sauvignon Blanc..e se mi posso permettere consiglio di degustare tutto questo completando la “goduria” con l’ascolto di uno standard jazz “DAVIL MAY CARE-di Diana Krall(credo che la musica sia un componente fondamentale per alimentare e accompagnare determinate sensazioni..)..BUON ASSAGGIO-ASCOLTO a tutti

    • Antonio!! Non so che dire, il tuo commento è straordinario!!! Potrei ascoltare per ore quello che hai da dire sull’argomento vini, leggendoti mi sembra di aver viaggiato per un attimo attraverso i vigneti e le terre di produzione….e poi, consigliare anche la musica da abbinare al vino mi lascia senza parole!! Grazie :)).
      Ah nel caso in cui ti aprissi un blog enogastronomico…mi sento già una tua fan!!

  6. fiabbo permalink

    chiacchiere!

  7. gabriella de pietro permalink

    Secondo me saresti un buonissimo tortino al cioccolato, di quelli da servire caldi e con il cuore morbido di crema nerissima.
    Il cioccolato, in una ricetta che ti descrive, è d’obbligo, perchè rappresenta uno dei tuoi gusti preferiti che, peraltro ci accomuna molto!
    Il cuore del tortino, invece, starebbe ad indicare che sei una donna piena di sorprese per chi ti circonda e che tieni da parte, in una parte segreta, le risorse a cui attingere nei momenti di sconforto.

    • Trovo molto simpatico il fatto che in molti mi abbiate associato al cioccolato ma per motivi diversi tra loro e trovo ancora più interessante che pur amando molto il cioccolato, l’idea di farmi rappresentare da una torta cioccolatosissima non mi abbia minimamente sfiorato :)))!! Grazie per le tue belle parole!

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